CALCOLI

 

Sono preda alle mie carni e il sangue

che si fanno pietra in fianco

pungolo rovente e pinzuto ordigno

diabolica mutazione.

Sento strapparmi dentro

in tiro di lenza come un pesce.

A tali intensità il dolore muta

rende ubriaco il santo astemio

il Cristo implorante grumo

coagulo di incertezze.

Delle pazze fa vergini mistiche

degli illetterati filosofi consumati.

Il vero dolore è meraviglia,

è il punto zero

non luogo di eterne speranze

eppur è dove tutto stringe.

Da li non si scappa,

buco nero di carne

se non per vie anestetiche

o di morte.

Il dolore non calma i vizi,

non rende umili nè migliori.

Il dolore solo strozza le certezze

svela l’istinto

e schianta le convenzioni.

Nulla come il dolore stravolge sensi,

converte credenze,

scuote e disarma senza tragua

perché il dolore è concentrato di vita

perché la vita non è vita se ne è mancante.

Mom è più religioso mutamento

ma inconsapevole transizione.

Il dolore permea l’attenzione

la prende tutta senza alcuna vanità.

Il dolore è la cosa più temibile

pur di domarlo ci rendiamo tenebra

caliamo in anfratti di incoscenza pura.