Come il podista tortura il cuore
rimango sordo a questo ritmo
il cui incedere non ha fine
né memoria del suo inizio.
È un mugghiare di onde cosmiche
sul mio corpo che di abisso si fa
per gli ardori d’un tempo
e l’eterni affanni.
Nello stordito incanto
delle mie brillanti tenebre
ti dico godi amor nostro
dell’alba di questo tramonto.